La legge 170/2010: un piccolo passo per l'uomo, un balzo enorme per la dislessia

Oggi si celebra il secondo anniversario della legge 8 ottobre 2010 n°170 "Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico". Una normativa come tante per chi non è direttamente interessato ma l'inizio di una nuova era per la vita di ogni dislessico. Ecco perché non risulta esagerato considerare che
l’approvazione della legge, come lo fu lo sbarco sulla luna per l’umanità intera, sia da ritenere un piccolo passo per l’uomo, ma un balzo enorme per la dislessia.

Entrata in vigore il 2 novembre 2010 questa legge riconosce l’esistenza della dislessia e degli altri DSA (discalculia, disortografia, disgrafia) (art.1) e tutela legalmente i ragazzi con queste difficoltà (art.2).
Dopo un lungo iter normativo partito da una proposta di legge presentata dall’Onorevole Fabris alla Camera dei Deputati il 25 maggio del 2006, la legge è stata finalmente approvata all’unanimità il 29 settembre del 2010 e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 234 il 18 ottobre dello stesso anno. Con la legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico” si compie un lungo percorso che ha portato al riconoscimento di quelle difficoltà che i DSA incontrano nel corso del ciclo d’istruzione. «C’è soddisfazione perché l’approvazione di oggi giunge dopo un lungo iter normativo che attesta l’esistenza ed estende la tutela legale per i circa 350.000 ragazzi, pari al 5% della popolazione in età scolare, con tali difficoltà». Queste le parole di Rosabianca Leo, Presidente dell’Associazione Italiana Dislessia, trasmesse attraverso un comunicato stampa emanato subito dopo l’approvazione della legge. Più nel dettaglio essa garantisce agli studenti DSA di usufruire di provvedimenti compensativi e dispensativi sia nelle scuole che nelle Università (art.5), assicura la preparazione riguardo alle problematiche relative ai DSA degli insegnanti e dei dirigenti scolastici (art.4), e permette ai genitori di usufruire di orari flessibili di lavoro per aiutare i propri figli con lo studio a casa (art.6). La legge garantisce agli studenti DSA il diritto al successo scolastico attraverso la possibilità di usufruire degli strumenti compensativi e delle misure dispensative prima citati sia nelle scuole che nelle Università e di un piano didattico personalizzato (PDP). I bambini e i ragazzi dislessici sono intelligenti come o più degli altri e per questo sono in grado di apprendere anche se in maniera diversa dal consueto. La legge, però, non prevede sconti sui contenuti ma dà diritto di apprendere gli stessi contenuti con modalità diverse, modalità che, è bene tenere presente, vanno bene sia per il dislessico che per tutti gli altri alunni mentre non è vero il contrario. Infatti, quello che va bene per tutti non va bene per il dislessico.
Da un punto di vista comunicativo ciò che risulta maggiormente interessare di questa normativa è in primis proprio l’approvazione della legge stessa dopo anni di lotte da parte di associazioni, genitori, insegnanti e specialisti. Se una difficoltà così “ignorata” e sottovalutata dalla maggior parte della popolazione come la dislessia è riuscita ad imporsi giungendo persino ad essere discussa nelle aule del Parlamento Italiano dove il dibattito creato ha poi portato alla nascita della normativa n°170, è possibile affermare che tutto ciò è indizio di un forte cambiamento. Principalmente, anche se c’è molto ancora da fare, è stato un cambiamento di natura culturale. Grazie al lavoro delle associazioni che tutelano i diritti dei dislessici e cercano con ogni mezzo possibile di fare informazione sul tema, la parola dislessia, fino a qualche anno fa sconosciuta o mal conosciuta ai più, sta diventando, anche se molto lentamente, parte del bagaglio culturale di sempre più persone. La normativa sui DSA è quindi servita non solo per garantire i diritti allo studio delle persone con DSA, ma anche per accendere il dibattito e diffondere consapevolezza del problema anche all’interno dell’opinione pubblica. La stessa, inevitabilmente, sia essa composta da insegnanti, genitori, specialisti o da chi non è direttamente interessato, sarà costretta d'ora in poi ad informarsi sulla dislessia e gli altri disturbi specifici dell'apprendimento. Un piccolo passo per l'uomo, un balzo enorme per la dislessia.
Roberto M.
 
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