Dislessia: "Gli insegnanti competenti sono una percentuale inferiore a quella dei ragazzi con DSA"

E' il parere del Prof. Giacomo Stella tra i massimi esperti in Italia intervistato da Controradio


Il 17 luglio scorso Controradio, emittente radiofonica toscana, ha intervistato il Prof. Giacomo Stella, tra i massimi esperti di dislessia in Italia. Fulcro dell'intervista è stato un articolo apparso sull'edizione pratese del "Tirreno" dal titolo : "La battaglia vinta da Andrea che non sapeva fare i calcoli. Studente dell'Istituto Marconi sconfigge disgrafia e discalculia e si diploma con 90. All'esame di maturità non ha voluto utilizzare gli strumenti di facilitazione".

Essendo, già dal titolo, un articolo pieno di inesattezze, pregiudizi e stereotipi sui DSA (battaglia, sconfigge, facilitazioni...) e ricevute diverse segnalazioni da parte degli ascoltatori, Controradio, nella persona, molto preparata sull'argomento, del conduttore (mi perdonerà se non lo cito ma non riesco a trovare il suo nome), ha voluto fare chiarezza sul tema contattando il Prof. Stella.

Ne è nata un'intervista molto accurata ed interessante. Una sorta di breve ma preziosa lezione su dislessia e didattica nella scuola italiana. Da far ascoltare a più persone possibili, in particolare a coloro che ancora non riescono a capire cosa sono realmente i DSA.

Riporto qui alcuni passaggi che ritengo più efficaci a livello comunicativo, anche se invito chi legge ad ascoltare l'intervista per intero cliccando QUI.

"Il problema non sono le procedure ma capire che cosa bisogna fare. Una volta che hai capito le cose non è importante che vengano eseguite a mente o con la calcolatrice."

"Se voi mi mettete sul banco tutte le regole, come i processi chimici, le formule ecc.,  io non sono in grado di risolvere un problema di chimica perché non ne conosco il razionale. Il problema è sempre capire non eseguire."

"Tra l'altro usare il termine - sconfigge la dislessia - come fosse una malattia ci riporta al pregiudizio su che cos'è il DSA."

"Gli strumenti non sono di facilitazione ma di compensazione. Sono come gli occhiali per un miope, non sono un dovere ma sono un diritto, non sono obbligatori, variano da ragazzo a ragazzo."

"Ci sono sempre queste situazioni e ci saranno sempre. Purtroppo determinano un arretramento da un lato sui diritti e dall'altro sulla didattica."

"Mettere lo studente in condizione di dare il meglio di sé dovrebbe essere il modello della scuola e invece sembra che la scuola abbia una sfida perenne con gli studenti per dimostrare che possano metterli "in buca", in difficoltà."

"Gli insegnanti spesso affermano: - Io ho sempre insegnato così e continuo a fare così -. Ma il mondo cambia. Non è che perché io sono sempre andato a piedi devo continuare ad andare a piedi. Posso percorrere distanze diverse, posso raggiungere obiettivi diversi."

"La scuola deve cambiare come cambia la società. Si dice sempre: se io torno nella mia città natale dopo 50 anni non la riconosco più tranne se torno nell'aula della mia classe che probabilmente è identica a com'era 50 anni fa. Purtroppo per la didattica è così. Mio figlio ha fatto il liceo scientifico e sembrava la scuola che avevo fatto io. Uguale. Quello che si riproduce sempre è la lezione frontale, lo studio mnemonico e la verifica."

"Naturalmente lo studente (dell'articolo n.d.r.), e io lo capisco, probabilmente ha rifiutato gli strumenti perché temeva che gli dessero un voto più basso. Perché la scuola dice - sì tu hai fatto il compito ma hai usato la calcolatrice e quindi non ti do il voto che meriteresti ma lo abbasso -."

"L'altro giorno una studentessa mi raccontava che il professore le aveva detto - guarda questa cosa te la sei inventata. 100 anni fa non c'era -."

"Gli insegnanti che si occupano con competenza di DSA, io dico sempre, sono una percentuale inferiore a quella dei ragazzi con Disturbo Specifico di Apprendimento." (Nell’anno scolastico 2016-2017, le certificazioni DSA (relative a dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia) sono state 254.614, su una popolazione studentesca di 8.660.574, che corrisponde (in media) al 2,9%. n.d.r.)

"La stragrande maggioranza del mondo dei docenti è ancorato ad una vecchia concezione di didattica. Non c'è niente da fare."

Più chiaro di cosi!

Una proposta: E se oltre a mettere sui banchi di tutti gli studenti, non solo i DSA, formule, calcolatrici, mappe ecc. incidessimo queste frasi sulle cattedre degli insegnanti e sulle scrivanie di coloro che provano a scrivere articoli sulla dislessia?

Grazie a Controradio per aver scelto di intervenire contro questo ennesimo episodio di disinformazione e complimenti al conduttore della trasmissione per la competenza e la sensibilità dimostrata.


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Roberto M.

Fonte: Controradio


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Commenti

  1. Buongiorno, sono un insegnante specializzato in attività per il sostegno. Non desidero qui entrare nel merito della didattica per DSA. Ciò che mi dispiace è di sentire tante affermazioni gratuite, indimostrate e generalizzate sulla categoria degli insegnanti o sulla "stragrande maggioranza di essi", destinate ad aumentare i già esistenti pregiudizio, odio e disinformazione sulla tale professione. Come si può, nel pubblico contesto della radio, non appoggiati al bancone di un bar, supporre in totale assenza di dati comprovati, che il giovane studente abbia rifiutato la calcolatrice a causa di un suggerimento criminale dei suoi docenti?! Non usarla o ti abbassiamo il voto!? Del resto questo è il web. Ciascuno afferma ciò che gli pare su ciò che gli pare senza citare uno straccio di fatto reale o dati attendibili e comprovati (intendiamoci, ne avrà visti di fatti spiacevoli il nostro esperto per parlare così...ma ne trae conclusioni aberranti e sproporzionate) per la gioia di questo grosso minestrone di ideologia, arroganza e ignoranza che è internet. Cosa avete proposto? Incidere le frasi sulle cattedre di questi cattivoni di insegnanti? Ma perchè non marchiarhliele a fuoco sulla fronte, dico io! Questa tanto è la direzione, no?! Comunque per la cronaca, ho conosciuto centinaia di insegnanti e nessuno di essi assomigliava a questa specie di guardiani di lager descritti qua sopra. Tutti invece prendevano sul serio gli alunni con difficoltà di apprendimento di qualsiasi tipo, chi con preparazione buona, chi più approssimativa, chi forse anche con qualche perplessità sulla natura del disturbo...ma persone serie. I nostri esistono in tutte le categorie di persone, ma la nostra non è una categoria di mostri.

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