La dislessia NON è un malattia!
Di fronte all'ennesimo articolo che definisce la
dislessia una “malattia dell’apprendimento” e che per giunta si può “curare
con una vacanza” è bene ribadire (urlando) che:
LA DISLESSIA NON È UNA MALATTIA!!!
All’articolo in questione, che potete leggere cliccando QUI,
ho cercato di controbattere in questa maniera (al momento il mio commento è in attesa di moderazione
e quindi ancora non pubblicato):
Salve,
mi preme fare presente
che questo “articolo” è pieno di gravissimi e pericolosissimi errori che
rendono manifesta la non conoscenza dell’argomento da parte dell’autore. La
dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che impedisce di leggere
in modo corretto e fluente. Una caratteristica con cui si nasce come avere gli
occhi blu o i capelli castani. NON è una malattia perché NON esiste cura che
possa eliminarla. Da essa, quindi NON si guarisce.
Si comprende, quindi,
dove si è sbagliato nel redigere questo “articolo”. Non può passare il
messaggio che basti una vacanza per “curare” la dislessia, cosi come si allude
nel titolo scelto. E non può essere affermato, e dunque dato per veritiero, che
la dislessia è una “malattia dell’apprendimento” così come sostenuto dalla
frase che apre il pezzo. Le vacanze a cui si fa riferimento sono i Campus
organizzati dall’Associazione Italiana Dislessia e da Fondazione Telecom Italia
per raggiungere i seguenti obiettivi:
• far sperimentare ai ragazzi il
successo in prove di tipo scolastico attraverso l’utilizzo di strumenti
informatici e di strategie, in particolare di tipo metacognitivo, adeguate alle
loro necessita;
• aumentare la motivazione e la
fiducia in sé, grazie al successo sperimentato in autonomia e alla
consapevolezza di avere degli strumenti che, se usati in maniera strategica,
permettono di raggiungere obiettivi altrimenti conseguiti con enorme fatica;
• coinvolgere e supportare i genitori
nel percorso verso l’autonomia dei figli.
E, come afferma
Giacomo Stella, tra i maggiori esperti in Italia, la dislessia NON è una
malattia:
• perché di dislessia non si
guarisce;
• perché non è un’alterazione di
determinate condizioni di partenza;
• perché, essendo di origine
genetica, è quindi parte di un’architettura neurofisiologica che non è
modificabile
Scrivendo un articolo
in questa maniera, senza una base solida di conoscenze alle spalle, si crede di
informare il pubblico, ma in realtà non si fa altro che produrre pericolosa
disinformazione. Pericolosa perché esiste il rischio che un qualsiasi lettore
poco informato dia per certo quanto scritto e lo sistemi nel suo bagaglio di
conoscenze. Cosa succederà quando questo lettore incontrerà, per un motivo o
per un altro, un dislessico? Lo considererà malato? Gli consiglierà di andare
in vacanza per guarire? E se fosse un insegnante questo lettore? Come vivrà il
dislessico il periodo scolastico se durante il suo percorso incontrerà la
stessa strada di quell’insegnante?
E’ doveroso
puntualizzare e contrastare il diffondersi di cattiva informazione perché non
si stanno facendo solo supposizioni. In molti casi, purtroppo, la vita del
dislessico è contornata di persone di questo tipo che pensano la dislessia
proprio come descritta nell’articolo. L’ostacolo naturale di cui si parla nel
testo, infatti, non è la difficoltà di lettura in sé ma proprio l’ignoranza in
cui la dislessia è, ahimè, inglobata.
La cosa che più
infastidisce e lascia allibiti, infine, è constare che il portale in cui
l’articolo è inserito fa parte della DeAgostini Editore, fonte credibilissima
le cui attività come recita il “Chi siamo” del sito web ufficiale, “sono
focalizzate sull’organizzazione e sulla divulgazione della conoscenza”. A
quanto pare non la conoscenza della dislessia.
Se avete anche voi voglia di urlare “LA DISLESSIA NON È UNA MALATTIA” fatelo nello spazio
per i commenti qui in basso e vi prego
di farlo ogni volta che qualcuno definisce la dislessia una malattia.
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