"Dislessia? Io ti conosco" le origini. Come nasce questo progetto di comunicazione sulla dislessia


Il marchio "Dislessia? Io ti conosco"


Negli ultimi tempi il pubblico che segue “Dislessia? Io ti conosco” è molto cresciuto. Ad oggi tra Blog, Facebook, Twitter, Youtube e Instagram, conto circa 70mila persone. Un numero, a mio modo di vedere, considerevole se penso soprattutto alla tematica trattata, di nicchia direbbe qualche esperto, o a quello che “Dislessia? Io ti conosco” non è. 


Non è, infatti, una grande associazione, come ad esempio lo è l’AID, non è un prodotto da vendere o un servizio da offrire, non è personaggio noto né una trasmissione televisiva. Ma nonostante ciò non mancano, anzi, si moltiplicano, apprezzamenti di vario genere, visualizzazioni e condivisioni. Ed proprio attraverso di essi che la conoscenza della dislessia, motore di questo progetto, diventa virale riuscendo a raggiungere sempre più persone. Per questo motivo ho pensato che fosse giunto il momento di scrivere qualche riga in più su “Dislessia? Io ti conosco”, spiegare come nasce, da dove e perché. Presentarlo, insomma, ai nuovi, ma anche ai vecchi followers.


“Dislessia? Io ti conosco” è un’idea “figlia” della mia tesi di laurea magistrale (ne parlo qui) dal titolo “Dislessia: il disturbo della comunicazione e la comunicazione del disturbo”.  Scriverla è stato un lavoro lungo, durato più di un anno. Conoscevo l’argomento grazie ad un caso in famiglia, ma, non essendo uno specialista, per avere una preparazione più solida ho dovuto studiare a fondo, fare ricerche, analisi ed anche un periodo di tirocinio presso un centro specialistico.


Con parecchi dati e informazioni a disposizione ho, quindi, potuto elaborare e proporre nel finale della mia tesi una campagna di comunicazione sociale con l’obiettivo di diffondere la conoscenza della dislessia attraverso una corretta informazione. Intitolai la campagna proprio “Dislessia? Io ti conosco”.  Non volevo usare un logotipo (nome) casuale, ma qualcosa che riassumesse in ogni vocabolo gli obiettivi della campagna stessa e ne trasmettesse immediatamente il senso:
Il logo "Dislessia? Io ti conosco

  • In primis, con la parola “Dislessia”, oltre che evidenziare l’argomento trattato ho cercato di renderlo subito visibile. Il pensiero è andato, infatti, all'invisibilità propria della dislessia, fonte principale delle incomprensioni che caratterizzano il disturbo della lettura. Non vedere qualcosa spesso significa non credere e non credere, solitamente, porta ad interpretare in altra maniera le difficoltà date da questa caratteristica. Conoscerne i particolari può rendere, perciò, la dislessia visibile ed individuabile ai fini di un intervento mirato;

  • L’uso del  ?” (punto interrogativo) riferito alla parola “dislessia” non è casuale, ma frutto della volontà di esplicitare, attraverso questo simbolo grafico di uso comune, i dubbi che ancora oggi circondano questa tematica;

  • Usando la prima persona “Io ti” ho cercato di raggiungere due precisi obiettivi: in primo luogo far sì che un giorno ogni individuo a cui è rivolto il messaggio possa dire con certezza "Io ti conosco";  secondo dare la sensazione di un confronto diretto tra queste persone e la dislessia. Un “faccia a faccia” che serva a generare proprio l’affermazione “Io ti conosco” e  innescare azioni proficue per i bambini e ragazzi dislessici;

  • La conoscenza del disturbo della lettura, in modo particolare nel nostro Paese, è ancora approssimativa. Per questo motivo si è voluto utilizzare il verbo “conosco”, perché nonostante il lavoro di associazioni come AID, la Legge 170, gli studi e le ricerche di questi ultimi anni c’è ancora fin troppa necessità di conoscenza. Molti sanno, o pensano di sapere, pochissimi conoscono.

Anche la scelta del font da utilizzare non è stata casuale. Ho usato infatti Open Dyslexic, un carattere gratuito studiato appositamente per agevolare la lettura dei dislessici. Ho cercato di seguire, in questo, la linea utilizzata nella tesi di laurea, scritta interamente con il font ad alta leggibilità "Biancoenero®", realizzato da "Biancoenero Edizioni" che, allora, accettò la mia richiesta e me ne concesse l'utilizzo.


Scelto con attenzione il nome della campagna c’era bisogno di disegnarle addosso un bel vestito, che la potesse rendere subito riconoscibile donandole una precisa identità visiva e che contribuisse anche a veicolare il messaggio già al primo sguardo.


Sulla base di queste premesse è nato un marchio che in molti hanno col tempo imparato a riconoscere, ma che, secondo me, forse, in pochi sanno cosa rappresenti. Quel simbolo che campeggia sulle parole “Dislessia? Io ti conosco”, infatti, altro non è che un Qr code, ossia un codice a barre di nuova generazione. Perché ho scelto di creare un pittogramma di questo tipo? Perché secondo me il Qr code ha alcune cose in comune con il “mondo dislessia”: 


Il Qr Code simbolo di "Dislessia? Io ti conosco"
  • Il Qr code guardandolo mi ha sempre dato la sensazione di apparire come un labirinto visto dall’alto. Per chi vive a stretto contatto con la dislessia non si ha spesso la sensazione di ritrovarsi proprio dentro un labirinto da cui sembra quasi impossibile uscire?;
  • Come ho già detto in alto una delle caratteristiche della dislessia è la sua invisibilità. Distinguere un bambino/ragazzo dislessico da un coetaneo è molto difficile. I dislessici non hanno la pelle verde, le antennine o scritto in fronte “sono dislessico”. Eppure hanno difficoltà di lettura e di apprendimento che solo chi conosce la dislessia, chi ha la chiave giusta, può identificare . Anche il Qr code a prima vista non appare per quello che è. Solo chi sa di cosa si tratta e ha gli strumenti giusti può utilizzarlo e scoprirne il contenuto;
     
  • Per leggere e utilizzare i Qr code abbiamo bisogno di uno smartphone e di una app specifica senza i quali resterebbero totalmente incomprensibili a noi tutti. Vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, senza strumenti compensativi come computer e sintesi vocale, un testo scritto per un dislessico può risultare indecifrabile quanto leggere un Qr code senza l'app adeguata. 

Tornando al livello grafico il simbolo principale ha l’intento di trasmettere allo spettatore un senso di movimento, in riferimento sia alla necessità di acquisire sempre nuove conoscenze, e quindi non restare fermi nelle proprie convinzioni, e sia al raggiungimento di un futuro migliore per i dislessici. Per questo Il Qr code è stato “alterato” ruotandolo fino a farlo poggiare sopra uno dei suoi vertici creando così una sorta di punta rivolta verso destra. Questa punta e il colore volutamente sfumato della “coda” vogliono, infatti, ricordare una freccia orientata verso un domani fatto di serenità e di gioia. La scelta dei colori principali di tutto il marchio, il blu e l’arancione, vogliono sintetizzare proprio queste due tipologie di emozioni.


Le lettere e i simboli che completano il marchio "Dislessia? Io ti conosco"



Infine ho scelto di “far piovere” dall’alto lettere, numeri e simboli matematici per rendere ancora una volta ben visibile e ben evidente quello che la dislessia effettivamente è cioè una difficoltà con la lettura. L’unica parola davvero decifrabile in questa nuvola di segni grafici è la parola “dislessia” che si forma unendo le uniche lettere colorate di arancione. Una sorta di soluzione ad un rebus di lettere senza senso. Un po' quello che succede, di solito, a quei genitori e a quegli insegnanti che non sanno dare un nome alle difficoltà dei loro bambini, trovando, poi, proprio nella dislessia la soluzione.


Concludendo, come dico anche nella sezione "Chi sono" di questo sito, ero sicuro che questo progetto di comunicazione sarebbe rimasto per sempre chiuso nel cassetto dove è riposta la mia tesi di laurea. Proprio questa sensazione mi spinse, qualche settimana prima di discuterla a lanciare "Dislessia? Io ti conosco" sui maggiori social network in rete. Ovviamente sapevo che sarebbe stato quasi impossibile realizzare l'intera campagna di comunicazione ideata nella mia tesi, con gli eventi, il materiale informativo i convegni che avevo elaborato. Perciò decisi che almeno una parte di essa doveva continuare a vivere perché il mio lavoro sarebbe potuto essere utile a qualcuno.
Spero di esserci riuscito davvero.


Se vuoi conoscere qualcosa in più su "Dislessia? Io ti conosco" puoi lasciare un messaggio qui sotto o contattarmi tramite Facebook, Twitter, Youtube o Instagram.

Ah dimenticavo...hai scoperto cosa nasconde il QR Code simbolo di "Dislessia? Io ti conosco"? Fammi sapere ;)

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Roberto M.



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