La difficoltà più grande per un dislessico? Ecco qual è
A rivelarla i risultati della seconda edizione del sondaggio "Vivere la dislessia: quale la difficoltà più grande?".
A
febbraio del 2017 ho deciso di riproporre per una seconda volta
il sondaggio “Vivere la dislessia: quale la difficoltà più grande?”. Un’indagine,
è bene precisarlo, senza alcun valore statistico perché non basata su un
campione elaborato scientificamente ma aperta a tutti. Il sondaggio è durato,
come nella prima edizione, un anno intero (da febbraio 2017 a febbraio 2018).
Ho voluto riproporlo di nuovo a distanza di 5 anni dal precedente per 2 motivi
principali :
- · Capire quali sono ad oggi, 8 anni dopo l'entrata in vigore della Legge 170 del 2010, le maggiori cause delle difficoltà percepite da chi vive, direttamente o indirettamente, la dislessia: i dislessici, ma anche a insegnanti, genitori o specialisti;
- · Analizzare i risultati ottenuti e confrontarli con quelli ricavati al termine della prima edizione (2012) verificando cosa è cambiato e cosa è rimasto tale in questo lasso di tempo.
Quale
ne è stato l’esito? Scopriamolo insieme.
I risultati ottenuti
I risultati ottenuti
Grafico dei risultati della 1° domanda del sondaggio |
· Hanno risposto alla prima domanda “Vivere la dislessia: quale la difficoltà più grande?” 538 persone. A dividersi gran parte della torta, il 77% circa, sono state 3 risposte, quelle che hanno ricevuto il punteggio più alto:
1. In 237, il 45,91% del totale, pensa
che la difficoltà più grande sia “l’ignoranza (relativa ai DSA) degli
insegnanti e della scuola";
2. a seguire con 98 votazioni , il 18,22
%, la “disinformazione riguardante la dislessia e i DSA”;
3. “la non applicazione della legge
170/2010” si è classificata al terzo posto con 72 preferenze, il 13, 38%;
La restante fetta di torta, circa il
23%, meno di un quarto del totale, è spettata alle opzioni restanti:
Ø
33
voti (6,13%) per l’atteggiamento dei dislessici (rifiuto della scuola, di un
aiuto ecc.), 26 (4,83%) per “le difficoltà proprie della dislessia (difficoltà
a leggere, scrivere ecc.”);
Ø
22
preferenze (4.09%) per “il negazionismo verso i DSA”, 16 (2,97%) per
“l’indifferenza” e 15 ( 2,79%) per “Altro” (in questa categoria gli utenti hanno
potuto scrivere in autonomia una risposta e tra queste segnalo: “le prese in
giro dei compagni”, “il 6 anche se merita di più”, “superficialità”, “i costi
dei trattamenti e degli strumenti informatici”, “tutte le precedenti”).
Ø
Le
opzioni meno scelte sono state rispettivamente con 5 e 4 voti, (lo 0,93% e lo
0,74%), “l’ignoranza (relativa ai DSA) del personale sanitario (medici, pediatri
ecc..)” e “l’ignoranza (relativa ai DSA) dei genitori”.
·
· La
seconda domanda, "Sei?", ha raccolto 434 risposte, un centinaio meno della prima. Questa è servita per identificare le persone che hanno scelto di
partecipare al sondaggio. La maggior parte, 316, il 72,98%, sono “Genitori/familiari”;
85, il 20%, i “Dislessici” e 17, il 3,93% gli “Insegnanti”. Esiguo il numero degli
“Specialisti”, solo l’ 1,39% con 6 voti. L’opzione “Altro” ha raccolto invece
10 preferenze, il 2,31 % del totale. Le persone che hanno scelto questa
risposta, non ritrovandosi nelle altre categorie, hanno deciso di
identificarsi, ad esempio, come “Dislessica e genitore di dislessico”, “Insegnante,
genitore, specialista”, “Tutor apprendimento”, “Studente di psicologia” ecc
Grafico dei risultati della 3° domanda del sondaggio |
· La
terza ed ultima domanda, cosiddetta aperta, rappresentava uno spazio messo a disposizione
per lasciare un commento, un pensiero, una testimonianza. Tante le risposte
ricevute (133), difficile riportarle tutte qui. Ne ho raccolte alcune
nell’album dedicato alle storie presente sulla pagina Facebook. Ho pensato però che potesse essere utile effettuare una sorta di analisi testuale di tutti i commenti lasciati, questo per
verificare quali siano state le parole più frequentemente utilizzate.
Su 3874 termini, DSA, Insegnanti e Scuola sono risultati i più utilizzati. (Il dettaglio delle prime dieci nella tabella qui di seguito).
Su 3874 termini, DSA, Insegnanti e Scuola sono risultati i più utilizzati. (Il dettaglio delle prime dieci nella tabella qui di seguito).
Tabella delle prime 10 parole utilizzate nei commenti alla 3°domanda |
L'Analisi dei risultati
Cosa possiamo capire dai dati ottenuti?
Uno spunto interessante da cui partire per analizzare i risultati di questa indagine ce lo offre proprio l'ultima domanda.
Nuvola delle prime 10 parole utilizzate nei commenti alla 3° domanda |
Sembra, infatti, tutto raccolto in questa nuvola di parole, le 10 più utilizzate, una strettamente legata all'altra. Basta guardarle per pochi attimi per scorgere il filo che le unisce e per farsi un'idea immediata di quelle che sono ad oggi le sensazioni di chi vive quotidianamente la dislessia.
Appare evidente che per un dislessico gli ostacoli maggiori si incontrano a scuola ancora, purtroppo, poco preparata sull'argomento. Non una novità, certo.
Considerando anche che i partecipanti al sondaggio sono stati per lo più genitori di dislessici e dislessici stessi, non stupisce che ad ottenere più preferenze, quasi la metà del totale, sia stata proprio "l'ignoranza (relativa ai DSA) degli insegnanti e della scuola".
Quello che sorprende, invece, è che a distanza di tanti anni dall'ultimo sondaggio nulla sia effettivamente cambiato nonostante il lavoro fatto da Associazioni come l'AID con eventi e corsi di formazione. Penso ad esempio a Dislessia Amica e agli attestati ricevuti dalle tante scuole e dai tanti insegnanti che vi hanno partecipato.
Se ci soffermiamo a confrontare questi dati con quelli ottenuti nel 2012 con la prima edizione del sondaggio, la situazione sembra farsi ancora più sconfortante.
Appare evidente che per un dislessico gli ostacoli maggiori si incontrano a scuola ancora, purtroppo, poco preparata sull'argomento. Non una novità, certo.
Considerando anche che i partecipanti al sondaggio sono stati per lo più genitori di dislessici e dislessici stessi, non stupisce che ad ottenere più preferenze, quasi la metà del totale, sia stata proprio "l'ignoranza (relativa ai DSA) degli insegnanti e della scuola".
Quello che sorprende, invece, è che a distanza di tanti anni dall'ultimo sondaggio nulla sia effettivamente cambiato nonostante il lavoro fatto da Associazioni come l'AID con eventi e corsi di formazione. Penso ad esempio a Dislessia Amica e agli attestati ricevuti dalle tante scuole e dai tanti insegnanti che vi hanno partecipato.
Se ci soffermiamo a confrontare questi dati con quelli ottenuti nel 2012 con la prima edizione del sondaggio, la situazione sembra farsi ancora più sconfortante.
Confronto fra le due edizioni del sondaggio |
Se i risultati delle prime due risposte sono rimasti per lo più invariati, ad allarmare è il divario di preferenze ottenute dalla "non applicazione della legge 170/2010": nella prima edizione il 5%, oggi, nella seconda il 13,38%, un aumento di più di 8 punti percentuali. A rigor di logica ci si sarebbe dovuto aspettare un risultato completamente contrario. Come è possibile?
Se nel 2012 la legge era appena entrata in vigore e una sua conoscenza superficiale, così come quella dei DSA nel complesso, poteva essere, in parte, giustificata, ad oggi a 8 anni dalla sua emanazione ritengo sia ingiustificabile e alquanto incomprensibile il solo star qui a discuterne.
La dislessia di per sé non è un problema ma si arriva a percepirla come tale quando non la si conosce a fondo e quando le misure indicate dalla legge non vengono applicate o applicate male. Una percezione negativa della dislessia che in tutti questi anni dovrebbe essere già stata completamente cancellata e dimenticata ma, che, invece, sembra essere sempre più viva e diffusa.
Se pensiamo alle leggi sulla sicurezza stradale, con l'obbligo del casco e delle cinture, o a quelle antifumo per la tutela della salute e al cambiamento culturale che ne è derivato (oggi è diventato automatico salire in macchina e mettersi la cintura ecc.) perché nel caso dei DSA questo cambiamento culturale non riesce ad innescarsi? Cos'è che lo impedisce?
Di certo una maggiore informazione, o meglio, una più accurata informazione sul tema non guasterebbe. E i dati ottenuti lo ribadiscono con forza.
Infatti, come nel 2012 la risposta che ha ottenuto il secondo posto tra tutte le preferenze è stata "la disinformazione riguardante la dislessia e i DSA". E' vero, ultimamente si parla molto più spesso, soprattutto sui mezzi di comunicazione, di dislessia e DSA. Ma come? Non sempre in modo perfetto. Troppo spesso si cade nei soliti stereotipi. Sentiamo o leggiamo di un "dislessico che soffre" di dislessia o che "ne è affetto", di "malattie da curare", "patologie" o nel peggiore dei casi di "malattie mentali". Un disinformare senza filtro e senza senso che non fa che aumentare le difficoltà scolastiche, e non solo, di tanti bambini e ragazzi dislessici. E', forse, il caso di formare anche chi si propone di fare informazione sui DSA?
In ultimo, un altro dato su cui riflettere è il netto calo di preferenze ottenute dall'opzione "Il negazionismo verso i DSA". Sorprende, infatti, che questa risposta abbia avuto meno consensi che nel passato.
Nel periodo in cui il sondaggio era attivo, infatti, c'è stato un forte attacco ai DSA tramite i maggiori mezzi di comunicazione di massa (TV, stampa, radio), un attacco che avrebbe potuto influenzare decisamente le scelte dei partecipanti. Ma non è stato così. Solo il 4,09% dei votanti ha optato per questa scelta. Nell'edizione del 2012 erano stati il 9,19%. Perché questo divario?
Anche se, forse, avevano meno risonanza e visibilità di oggi, le critiche all'allora neonata Legge 170 erano, negli anni della prima edizione (2011-2012), molto pesanti e molto più frequenti di ora. Le campagne "denigratorie" da parte di esponenti di correnti di pensiero o sette avverse ai DSA che addirittura ne mettevano in discussione la reale esistenza, erano quasi all'ordine del giorno. Episodi che non potevano non toccare nel profondo l'animo molto sensibile dei bambini e ragazzi dislessici e soprattutto delle loro famiglie. Un fenomeno che anche oggi fatica ad arrestarsi, purtroppo.
Conclusione
Si spera che nell'ipotesi di una terza edizione di questo sondaggio i dati ottenuti siano decisamente più incoraggianti o che, ancora meglio, non ci sia più bisogno di realizzare un'indagine di questo tipo. Sarebbe il segno di un "mondo dislessia" finalmente privo di qualsiasi tipo di difficoltà.
E tu cosa ne pensi dei risultati del sondaggio? Quali dati ti hanno più colpito e quali considerazioni vorresti fare? Lascia un commento qui sotto.
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Roberto M.
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