Storie di dislessia: "Sono ingegnere, ma N, M, D e B non saranno mai mie amiche"




Dislessici, come più volte ripetuto, si è per tutta la vita. Alcune difficoltà restano nonostante i progressi e i successi ottenuti. Valeria, con la sua breve storia, ci ricorda proprio questo:

"Ciao sono Valeria, sono dislessica. Ho avuto la fortuna di avere due genitori che si sono accorti delle mie difficoltà prima delle maestre, che capivano quanto faticavo. Ho avuto degli amici che negli anni mi hanno aiutata, studiando insieme e/o leggendo anche per me.


Tutto questo quando la dislessia non era affatto conosciuta e riconosciuta. Anche io estremamente testona ho raggiunto un grande grandissimo traguardo personale, ho scelto un'università che era al di sopra delle mie possibilità, ho fatto e rifatto esami, ho pianto, molto, moltissimo per la verità ma alla fine la laurea è arrivata.


Quasi otto anni di auto tortura in cui ho imparato a conoscere i miei limiti e le mie possibilità. Forse mi sono anche accettata per quello che sono, a volte ho dei dubbi su questo, altre volte mi sento quasi unica e brava. Io dico che i miei genitori mi hanno pagato l'università al posto della terapia da uno psicologo.


Comunque ora sono un ingegnere, ho il terrore di commettere errori, lettere come n m d b non saranno mai delle amiche, mi faccio sempre tremila paranoie e controllo molte più volte di quanto farebbe chiunque ogni singolo pezzettino di carta che mi passa davanti.

Insomma, la lotta non finisce mai ma il sostegno familiare è importante. Niente ferisce più di una parola fuori posto, niente incoraggia più di un supporto concreto."

- Valeria -
 


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Roberto M.
 
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