Alexa di Amazon: un nuovo strumento compensativo per la dislessia?




Da qualche settimana sono disponibili sul mercato italiano una serie di dispositivi intelligenti prodotti da Amazon: gli "Amazon Echo". Essendo da sempre molto appassionato di tecnologia, incuriosito ho deciso di acquistare un "Echo dot", la versione più economica della serie. Ma cos'è Echo? In apparenza è solo una cassa audio, in realtà è una miriade di cose. Nel suo interno "vive" Alexa un'assistente vocale che interagisce con noi e che ci permette di controllare vocalmente tutti i dispositivi connessi. 

Vogliamo ascoltare la nostra canzone preferita? Basta chiedere ad Alexa. Vogliamo sapere cosa c'è stasera in TV? Alexa ce lo dirà. Vogliamo conoscere le ultime notizie di cronaca? Alexa trasmetterà per noi le news dei giornali. Ma non solo.

Sono tantissime le "skill" (abilità) attivabili. Tra tante superflue o solo divertenti molte sono davvero utili soprattutto ripensando questo strumento come una nuova opportunità di apprendimento.

La scintilla mi è scattata vedendo giocare i miei nipotini Mattia (7 anni) e Nicholas (5 anni) con Alexa. Sono dei bambini, come tanti, molto curiosi e con tanta voglia di scoprire il mondo. A volte fanno domande a cui noi adulti facciamo fatica a rispondere. Alexa, però, essendo collegata direttamente con il web difficilmente riesce a deluderli. "Qual è la montagna più alta del mondo?", "Chi era Leonardo da Vinci?", "Come si forma il vento?". Chiedono ad Alexa, giocano, si divertono e imparano.


Osservandoli interagire con Amazon Echo ho pensato che dispositivi di questo tipo potrebbero essere un valido aiuto, un nuovo strumento compensativo, per un dislessico. In realtà sarebbe meglio parlare di un contenitore di tanti strumenti compensativi. Infatti come una calcolatrice può fare calcoli matematici, ma anche interrogarci sulle tabelline; come una sintesi vocale può leggerci un libro o riprodurre un audiolibro; può raccontarci una favola, recitare una poesia, ricercare il significato delle parole sul dizionario e tradurle nella lingua che vogliamo. E tante altre cose. 


Allora mi chiedo e chiedo a chi sta leggendo: non potrebbe, se usato in una maniera intelligente, rendere meno faticoso lo studio e l'apprendimento per un dislessico? Se è vero che un dislessico impara più efficacemente attraverso l'esperienza, può questo tipo di tecnologia essere davvero d'aiuto? E come?


Per darne un'idea ho deciso di realizzare un video esemplificativo che racchiudesse alcune delle modalità di interazione con Alexa. Mattia e Nicholas hanno giocato con le tabelline, con i quiz per bambini, con gli animali e gli inventori, hanno chiesto tante curiosità ad Alexa scoprendo nuove cose. Soprattutto hanno imparato divertendosi.

Fai click QUI per vedere il video.Fammi sapere cosa ne pensi con un commento qui sotto 


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Roberto M.

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Commenti

  1. Ciao sembra molto comprensibile,volevo chiedere una cosa ma è migliore di Google?

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    1. Ciao, non posso dire qual è tra i due il migliore. Sicuramente molte funzioni si equivalgono, perciò penso che entrambi gli assistenti possano essere utili anche ai fini dell'apprendimento.

      Roberto

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  2. Ciao, quello che dici è giusto e condivisibile, però non tutti i dislessici apprendono nello stesso modo. Infatti per tanti il canale verbale è poco efficace, loro devo apprendere in modo concreto con tutti i sensi (cinestesico). Perciò spesso hanno bisogno di fare disegni, scrivere e fare riassunti con colori diversi per memorizzare concetti, vedere molte immagini, fare esperienze concrete ecc.
    Inoltre mi permetto di aggiungere che non tutti gli studenti hanno la possibilità di accedere a queste nuove tecnologie.
    Sicuramente, però, per alcuni alunni può essere uno strumento importante da utilizzare nello studio e mi sembra che, da come hai descritto le sue funzioni, potrebbe essere uno strumento utile per l'apprendimento di tutti gli studenti e non solo dei DSA.

    Marco

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