Dislessia: una poesia contro i pregiudizi
"Che vuoi che sia la dislessia" è una meravigliosa poesia scritta da Germana Bruno, un'insegnante di Scuola Primaria e autrice di racconti, poesie e filastrocche.
Le rime, i suoni, le immagini e i colori che compongono questa poesia ci invitano a guardare la dislessia con occhi diversi, a spazzare via i soliti deleteri pregiudizi e a mettere in luce le molteplici abilità e potenzialità dei dislessici.
Una modalità davvero efficace di comunicare correttamente la dislessia.
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CHE VUOI CHE SIA LA
DISLESSIA
Ogni
cervello è più unico che raro,
è
fatto ad arte ed è straordinario,
un
meccanismo fine ed accurato
che
per ognuno è stato progettato.
Per
quanto il tuo sembri uguale al mio,
quello
che ho ce l’ho soltanto io,
col
mio cervello io comprendo il mondo
e
pur se è per tutti grande e tondo,
lo
vedo e sento in modo mio speciale
che
non è mai a quello di altri uguale.
Capita
che mi scappi una vocale,
che
il suono suo non riesca a ricordare,
che
vada a destra invece che a sinistra,
che
nel parlare io abbia qualche svista.
Certi
cervelli fan cose in un momento,
ma
anch’io in altre, sai, sono un portento,
sono
creativo, geniale e ho fantasia,
smonto
e rimonto nella maniera mia.
Io,
come tutti, posso cambiare il mondo,
il
mio cervello non è ad altri secondo,
funziona
certo in modo un po’ diverso,
ma
grandi cose può fare lui lo stesso.
Che
cosa vuoi che sia la dislessia,
non
è di certo una malattia
e
quello che invece è da curare
sono
quegli occhi che non la san guardare.
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Davvero complimenti a Germana (un'insegnante che tutti vorremmo o che avremmo voluto avere) per aver composto questa splendida poesia.
Grazie Germana per avermi concesso di pubblicarla qui.
Grazie Germana per avermi concesso di pubblicarla qui.
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Roberto M.
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