"Ciao, mi chiamo Carlo, ho 8 anni e sono un bambino con DSA"
Questa è una delle più belle storie di dislessia mai raccontate. La considero una gemma preziosa e ringrazio Elisa, l'autrice, per avermi concesso di pubblicarla. Buona lettura.
"Ciao...mi chiamo Carlo, ho 8 anni e sono un bambino con DSA. Ho saputo solo ieri di esserlo, me lo ha detto, con un grosso sorriso la mia mamma. Quando l’ho saputo, ho avuto un po’ paura e così ho detto alla mia mamma che stavo bene, che non sentivo dolore in nessuna parte del corpo. Poi le ho chiesto: “Se ho un DSA dovrò prendere medicine, fare le punture?”.
La mamma mi ha
sorriso, ancora una volta, poi si è inginocchiata per potermi guardare negli
occhi e mi ha rincuorato dicendomi: “Cucciolo tu non stai male e non dovrai mai
prendere nessuna medicina”.
Poi tenendomi le
mani mi ha spiegato il significato di DSA. Mi ha detto che l’apprendimento
avviene nel cervello e che nel cervello entrano tutte le cose che vediamo,
sentiamo, studiamo e che si chiamano informazioni. Tutte queste informazioni
arrivano e si muovono nel nostro cervello su percorsi che assomigliano a delle
autostrade e queste autostrade sono percorse da moltissime macchine. Funziona
più o meno così: queste macchine trasportano le informazioni verso le diverse
zone del cervello e vanno velocissime.
Ho pensato “WOW”.
Poi ci sono tanti
garage per ogni tipo di cosa da imparare. Garage per le parole, per i numeri,
per i nomi, ecc.
Ogni volta che si
impara una cosa nuova una macchina trasporta quella informazione nel suo
garage.
Quando si ha un DSA
alcune autostrade (solo alcune) non sono libere e quindi è facile che si formi
una lunga coda di macchine, si resta un po’ bloccati nel traffico. A volte la
coda si forma anche fuori il garage e questo comporta gli errori: si possono
saltare delle sillabe nelle paroline, confondere alcune lettere, confondere il
+ con il x...e tutto diventa più complicato!
“Ok ho capito
mamma. È un problema di traffico!”
“Si ma si può
trovare una soluzione. Sai come fa papà quando, accompagnandoti a scuola, trova
la strada piena di traffico? Lui risolve prendendo quella scorciatoia che in
pochi conoscono. Ecco così dovrai fare tu, dovrai trovare la tua (e solo tua)
scorciatoia per non perdere tempo in autostrade affollate.
E ricordati, però,
che per trovarla dovrai essere
coraggioso e giocare con la creatività...così imparerai modi nuovi e più
divertenti per far muovere con velocità le tue macchine!”
Ora ho capito
finalmente che cosa vuol dire DSA. Certo sono ancora un po’ confuso, ma non ho
più paura.
La mamma mi ha anche
detto che molte persone con DSA sono diventate famose per aver fatto qualcosa
di straordinario, alcuni hanno vinto anche un premio Nobel... Che figata!
Non ho paura perché
la mia mamma lo dirà alla maestra e sono sicura che anche lei mi aiuterà a far
andare le mie automobiline in modo ordinato, nelle scorciatoie che troveremo
insieme. Perché la mia maestra è una forza con la creatività...e tornerò ad
imparare, divertendomi.
Ciao...sono Carlo,
ho 8 anni e ho un DSA... ma per gli amici sono solo Carlo…
Dopo quasi un anno…
Ciao sono Carlo...
Un anno fa la mia
mamma mi ha detto, dolcemente, che sono un bambino con DSA. Mi ha
tranquillizzato con la sua spiegazione. Mi ha parlato di percorsi autostradali,
di lunghe code di macchine, di garage che contengono lettere e numeri
“capricciosi” e mi ha rincuorato dicendomi che esistono delle scorciatoie per
far viaggiare le mie macchinine.
Già... “ la
scorciatoia”.
La mamma non lo sa,
ma durante questo anno io non sempre l’ho trovata la “scorciatoia”. Anzi a dire
il vero...qualche volta mi perdo o, con i giri che faccio per cercarla, mi ritrovo sempre allo stesso punto... in
mezzo al traffico!
Vedo le macchinine
dei miei compagni che vanno più veloci delle mie e arrivano senza tanti ritardi
al traguardo. Beati loro!
Parcheggiano senza
troppi problemi e i loro garage sono sempre ordinati. Nei miei c’è sempre tanto
disordine, non si trova mai nulla…
Che confusione!
Eppure la mia mamma,
sempre un anno fa, mi ha detto che delle persone eccezionali come
Einstein, Galilei, Disney, Hugo,
Kennedy, Marconi e tanti altri avevano un DSA...
Mi chiedo spesso se
queste persone da bambini erano felici… Si sentivano DAVVERO
felici? Come facevano a
scuola? Come si comportavano nel traffico? E i loro garage erano come i miei, sempre in disordine?
Chissà se sentivano
la tempesta nella pancia quando facevano i compiti? Se i calcoli a mente,
alcune sillabe e le tabelline sembravano, anche a loro, creati apposta per fermare le macchinine.
E se anche loro, a
scuola o a casa, davanti a quei numeri e a quelle lettere avevano voglia di
scappare.
Io non voglio
deludere la mia mamma e vorrei, qualche volta, che la maestra mi dicesse che ho
fatto un compito benissimo, da 10 (wow... il 10 è un numero facile da ricordare
nei calcoli a mente) ma pur partendo con la marcia giusta, appena mi immetto
nella corsia di destra, il traffico che trovo mi offre il modo per guardare il
paesaggio, guardarmi intorno e così arrivo ancora più tardi e loro pensano che
io non voglia imparare…
Non voglio deludere
la mia mamma.
Lei crede che io
abbia capito bene bene il significato DSA. Se le dico che mi sento ancora un
po’ confuso e impaurito, lei si preoccupa e poi va dalle maestre, parla con
loro e... io mi sento sempre più nel traffico.
Vorrei che non si
parlasse più di me e delle mie macchinine.
Vorrei “parlare io”.
Spiegare cosa vedo durante i miei viaggi dell’imparare, che qualche volta
vorrei andare a piedi fino al garage. Che posso metterlo a posto io, seguendo
il mio di ordine.
Già... il MIO
ordine.
Invece no... la mia
mamma dice di fare così, la maestra cosà... e la mia macchina finisce che deve
andare solo dal meccanico.
Voglio parlare anche
io e scegliere come guidare... Einstein, Disney, Marconi, Hugo, non guidavano
allo stesso modo, no?
Io da grande aiuterò
tutti i bimbi con DSA, magari li porterò tutti in un pulmino. A loro durante il
viaggio racconterò la mia storia, farò ammirare il paesaggio e insieme andremo
a mettere in ordine i nostri garage... a modo nostro!
Ciao
sono Carlo e ho un DSA e per gli amici “volevo” essere solo Carlo…"
Salve,
questo racconto scritto da me è nato dall'esperienza con mio figlio, che ora ha 9 anni.
Appena
scoperto di avere un DSA ho dovuto tranquillizzarlo ma la sua esperienza con la
scuola (compagni e maestre) non è stata positiva... tant'è che il prossimo anno
cambierà scuola (5 elementare)...
Io
sono mamma e anche una docente di un liceo... Ho scoperto che molti genitori
sono stati delusi dalla scuola e più sento storie più mi guardo bene da dar
loro torto.
Mi
dispiace per questo, perché ritengo che quello dell'insegnante sia il lavoro
più bello e appagante. Grazie per il vostro impegno
-Elisa-
-Elisa-
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