Storie di dislessia: "Ogni persona è bella e speciale a proprio modo"
Naomi si definisce una ragazza "positiva" così come positiva è la sua storia di dislessia. Mi auguro che sia d'ispirazione a tanti:
"Mi chiamo Naomi Vecchione, ho 24 anni e sono dislessica.
"Mi chiamo Naomi Vecchione, ho 24 anni e sono dislessica.
È
così che mi presento da 6 anni, da quando ho conosciuto la dislessia.
Sono
felice di dirlo, perché la scoperta della mia dislessia è stata come un varco
di luce in una stanza senza finestre.
Fu
una mia compagna di classe del liceo ad intuire che avessi delle difficoltà non
causati da svogliatezza e pigrizia e che queste difficoltà avessero un nome:
Disturbi Specifici dell'Apprendimento.
Sono
stata diagnosticata e poi certificata dislessica e discalculica all’età di 18
anni, dalla dott.ssa Grimaldi (Neuropsichiatria) e dalla dott.ssa Santopaolo
(pedagogista clinica).
Sono
sempre stata una ragazza positiva, con un forte senso della giustizia, ho
sempre cercato il lato buono in ogni cosa, però c'erano momenti in cui mi
sentivo come un extra-terreste, perché non comprendevo alcune semplici cose che
gli altri capivano velocemente, senza alcuna difficoltà; parlo anche di
semplici calcoli, o spiegazioni di giochi di gruppo, barzellette; insomma, cose
quotidiane, non soltanto inerenti alla scuola.
Oggi
finalmente comprendo le mie difficoltà, ho imparato a gestirle, anche se ho
ancora quei momenti in cui non mi sento compresa e mi sento un pesce fuor
d'acqua.
Oggi
so di aver fatto passi da gigante, sono meno timida, meno insicura, mi metto
alla prova e mi voglio bene, così come sono, con le mie mancanze, le mie
difficoltà e le mie potenzialità.
Il
25 Luglio mi sono laureata in Fashion Designer all'Accademia della Moda di
Napoli.
A
quelle persone che hanno difficoltà ad integrarsi, che hanno paura di rischiare
e di accettarsi così come sono, per paura di soffrire, consiglio di non avere
fretta, perché ogni cosa ha il suo tempo proprio come ogni persona ha i suoi
tempi e le proprie caratteristiche, ed è proprio questo a renderci unici.
Il
confronto con gli altri, i paragoni, non devono essere armi taglienti ma un
modo per conoscerci e per imparare che ogni persona è bella e speciale a
proprio modo."
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