Dislessia: una diversa organizzazione del cervello, non una malattia!





Tratto da un capitolo del MindShift Guide to Understanding Dyslexia. I capitoli rimanenti e la guida completa sono stampabile in PDF qui.

Secondo il sistema di riferimento la lettura è un'invenzione umana che ha solo poche migliaia di anni. In Europa e negli Stati Uniti, l'alfabetizzazione di massa, ovvero che più del 50% della popolazione è in grado di leggere, esiste da circa 150 anni. In altre aree del mondo, come la maggior parte dell'Asia, del Medio Oriente e dell'Africa, questa invenzione è molto più recente.

IL CERVELLO E LA LETTURA

Dato che il cervello non nasce già "configurato" per la lettura, non esistono in esso dei "centri della lettura" specifici e neanche dei "geni della lettura". Come afferma l'autrice di "Proust e il calamaro" Maryanne Wolf, ogni singolo cervello deve imparare a leggere da solo

Nell'imparare a leggere, il cervello compie un'impresa straordinaria: crea un circuito specializzato solamente per la lettura e lo fa combinando parti che erano originariamente progettate per compiere altre funzioni, come il recupero di nomi. Questo nuovo "circuito di lettura" attiva processi in diverse aree del cervello e corre a velocità così elevate da diventare poi automatico

Ma non tutti i cervelli creano facilmente un circuito di lettura scorrevole. Questo è il caso della dislessia. Piuttosto che essere una malattia o una condizione medica (come di solito si pensa), la dislessia è una diversa organizzazione del cervello - una in cui il circuito di lettura si interrompe o viene "dirottato" in un'altra direzione, e talvolta in due o tre diverse direzioni. Questo "dirottamento" rallenta le parti fondamentali del processo di lettura: associare il suono giusto a una lettera avviene più lentamente e formare parole o frasi richiede più tempo, quindi anche comprendere ciò che è stato appena letto.


La dislessia può inoltre influenzare la memoria, in particolare la memoria di lavoro, rendendo più difficile agli studenti ricordare ciò che hanno appena letto, le indicazioni e le sequenze di apprendimento. È importante notare che la dislessia NON è causata da problemi visivi: non riguarda il capovolgimento di lettere, il leggere le lettere al contrario e il pronunciare erroneamente parole. La dislessia non è correlata a poca motivazione o scarsa intelligenza. È semplicemente il risultato di un cervello con un'organizzazione diversa che rende più difficile la lettura e la scrittura.

PROBLEMI DI CIRCUITO DI LETTURA 

Nel cervello dislessico, come detto in precedenza, il circuito di lettura può interrompersi in diverse aree e quindi causare uno sviluppo dell'apprendimento difficoltoso. Poiché ogni cervello è unico, non esiste una forma singolare di dislessia, ma ci sono problemi comuni: 

PROBLEMA n. 1: Consapevolezza fonematica: identificare singole unità del suono è una delle maggiori sfide nel cervello dislessico. Ci sono 44 suoni, o fonemi, in lingua inglese. Il problema principale per i bambini con dislessia è la capacità di notare e lavorare con tutti i suoni, e quindi essere in grado di abbinare quei suoni alle lettere giuste. Nei bambini più piccoli, questo è il motivo per cui non essere in grado di fare delle rime con le parole è un importante primo segno di dislessia - spesso i bambini dislessici non riconoscono il modo in cui due parole in rima suonano allo stesso modo. L'inglese è una lingua irregolare, quindi ci sono molte diverse combinazioni di lettere che corrispondono ai fonemi, rendendo la lettura e l'ortografia davvero difficile per i bambini con difficoltà a lavorare e ricordare i suoni del parlato.

PROBLEMA N. 2: la fluidità, o far funzionare rapidamente il circuito di lettura, è il secondo problema più grande. Anche quando i bambini possono elaborare tutti i fonemi, possono comunque avere problemi ad associare i suoni alle lettere giuste, forse a causa del controllo dell'emisfero destro sull'elaborazione del linguaggio centrata sull'emisfero sinistro. Questo rende molto lenta la lettura anche delle parole più semplici, quindi l'automaticità non si sviluppa correttamente. 

PROBLEMA N. 3: La comprensione è la terza (ma non meno cruciale) questione nella lettura. Una volta che lettere e suoni sono abbinati, alcuni bambini avranno difficoltà a mettere insieme le parole per formare frasi e significato. Spesso, questo tipo di dislessia non si manifesta fino a quando i bambini non sono più grandi, intorno alla terza elementare, quando c'è un passaggio dall'imparare a leggere a leggere per imparare.


Per i dislessici, il lavoro di lettura è lento e laborioso, quindi spesso accade che studenti seppur brillanti e intelligenti ma che non hanno ricevuto un aiuto adeguato non diventano mai fluenti lettori. Molti studenti dislessici riescono a cavarsela per anni memorizzando le parole senza leggerle realmente, ma alla terza o quarta elementare, quando l'apprendimento passa dall'apprendimento della lettura alla lettura per imparare, gli studenti in difficoltà non riescono a leggere abbastanza velocemente da tenere il passo. Spesso si verificano ripetuti fallimenti.

Tuttavia, grazie al potenziamento delle abilità e a metodologie di apprendimento adeguate, il circuito della lettura può trovare la direzione migliore per lavorare con più fluidità. Ma prima, studenti, genitori e insegnanti devono capire che il cervello del dislessico non è "rotto" o carente, ma organizzato in modo diverso.




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Roberto M.

Testo tratto e tradotto da KQED 


Foto di 95C da Pixabay 

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