DSA e didattica a distanza in tempi di Coronavirus. Ecco l'opinione del Prof. Giacomo Stella
Com'è cambiata la didattica in questo periodo di quarantena dovuta al Covid19? Le lezioni a distanza stanno migliorando l'apprendimento degli studenti con DSA? Le potenzialità del computer sono davvero sfruttate appieno dagli insegnanti? E qual è il ruolo delle famiglie in questo scenario?
A queste ed altre domande ha risposto il Prof. Giacomo Stella in un interessante post pubblicato il 9 aprile scorso sul suo blog. Lo condivido perché, come sempre, reputo le parole del Prof. Stella illuminanti e c'è sempre da apprendere molto leggendolo o ascoltandolo.
"Si potrebbe pensare che tutti gli scolari e gli studenti che incontrano difficoltà in classe e quindi non amano andare a scuola siano contenti della situazione che si è creata con lo stop alla frequenza scolastica dovuta alle misure sanitarie.
E invece tutti i
bambini che sono stati interpellati in questo periodo dicono che hanno
nostalgia della scuola, anche quelli che incontrano in classe molte difficoltà
a seguire le lezioni.
Si potrebbe dire
quindi che il Covid 19 ha ottenuto un effetto che nessuno prima d’ora era
riuscito a ottenere: far amare la scuola ai bambini. Sono tutti stanchi della
didattica a distanza, che, dopo la novità iniziale di poter usare il computer
finalmente senza essere rimproverati, ha mostrato tutti i suoi limiti.
Quello che manca
ai bambini è soprattutto il contatto e il lavoro di gruppo, anche se nella
maggior parte delle classi si sviluppa ancora una lezione frontale. Tuttavia,
la ridondanza dei contenuti proposti dal docente e realizzata anche con gli
interventi di tutti i bambini, ha un effetto di rinforzo dell’apprendimento che
non si riesce a realizzare quando ciascuno è davanti al suo computer.
Le restrizioni
introdotte all'attività scolastica tradizionale hanno sicuramente promosso
innovazione e creatività in molti docenti , ma nella maggior parte dei casi
queste restrizioni si sono trasformate in un distanziamento della didattica con
richiesta di mediazione da parte dei genitori, invio di compiti da svolgere a
casa, e quindi aumento del carico sulle famiglie.
Purtroppo non si
può introdurre uno strumento così nuovo e diverso mantenendo gli stessi
contenuti e le stesse metodologia. Il video che potete vedere, e che è stato
pubblicato 10 anni fa, aveva previsto il rischio che l’introduzione
dell’informatica senza adeguamento della didattica e dei contenuti, si
risolvesse in un inutile cambiamento di facciata senza benefici reali per
l’insegnamento e soprattutto per l’apprendimento.
Le video lezioni
possono essere utili agli studenti delle scuole superiori o dell’università, ma
non servono a chi ha difficoltà di attenzione. Le potenzialità del computer
sono quelle di far fare esperienza, di mostrare nel concreto concetti complessi e difficili da apprendere (basta pensare alle
frazioni, agli angoli o alle trasformazione delle misure).
In questo periodo
le famiglie si trovano sole a confrontarsi per tutto il giorno con le
difficoltà dei loro figli e ad affrontarle “a mani nude”, senza riuscire a
capire cosa possono farsene del computer. Questo sarebbe uno strumento
fondamentale per chi ha difficoltà di apprendimento, ma il suo utilizzo non è
mai stato accettato dalla scuola come strumento compensativo, mentre ora si
“pretende” che sia l’unico strumento possibile.
Non sarà facile
cambiare la didattica, ma certamente bisogna farlo a scuola, insieme con i
compagni."
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