I dislessici hanno talenti speciali?




Non è raro che bambini e ragazzi con DSA sviluppino nel corso della loro vita un talento speciale. Questo accade per via della diversa organizzazione del loro "cervello dislessico" che, per superare le note difficoltà con lettura, scrittura e calcolo cerca e scopre altre strade per poter esprimere tutto il suo potenziale. 

Il talento speciale dei dislessici, però, resta sempre un argomento di dibattito e ricerca.

Molte persone di grande successo, considerate geni nel loro campo come, ad esempio, Pablo Picasso, Thomas Edison, Steven Spielberg, Octavia Spencer, Erin Brockovich e la vincitrice del Premio Nobel Elizabeth Blackburn, hanno faticato a leggere e a scrivere. Questo, però, non ha influenzato la loro capacità di raggiungere il successo.

Il "cervello dislessico" è, quindi, caratterizzato da abilità particolari, o addirittura, migliori di quelle di un "cervello normo-lettore"?

Rispondere a questa domanda in modo affermativo è attualmente complicato. Le ricerche ci dicono che è difficile mettere in relazione dislessia e "genialità".

"E' certamente possibile che alcuni dislessici possano avere speciali abilità in aree non correlate con la lettura, così come altri possano averle in due o tre aree ed avere problemi in altre" afferma Peggy McCardle, ricercatrice del linguaggio ed ex capo dipartimento dell'Eunice Kennedy Shriver National Institute of Child Health and Human Development (NICHD).

"Sappiamo che nel mondo ci sono bambini prodigio e che alcuni di loro sono dislessici. Quello che non sappiamo -  e ad oggi non esiste alcuna prova concreta di questo -  è se dislessia e talento, e dislessia e plus-dotazione siano davvero correlati o se può capitare che si verifichino contemporaneamente in queste persone. In molti stanno cercando di studiare questi aspetti con buoni progetti di ricerca e metodi affidabili, ma finora nulla di ciò è stato effettivamente dimostrato."


Questo articolo è tratto e tradotto da How Dyslexia is a Different Brain not a Disease pubblicato il 27/11/2019 su KQED

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Roberto M. 

Foto di thedanw da Pixabay

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Commenti

  1. Grazie Roberto, bella iniziativa, sono una quasi sessantenne dislessica......che dire che fatica.....che mortificazione a scuola. Devo al mio insegnante di sax (avevo circa 25 anni), si accorse che i miei errori di lettura dello spartito erano delle posposizioni di note, più mi diceva di leggere bene e più sbagliavo. Per fortuna nel palazzo dove vivevo, abitava una brava logopedista, mamma di miei amici. Ne parlai con lei e mi prose di fare un test......mi disse, si sei dislessica! Mi fece fare tante cose, scrivere le lettere molto grandi, leggere dentro una finestrella che scorreva sul libro, esercizi di fonetica, camminare a carponi, e tanti altri esercizi.....dopo circa due anni finalmente leggevo! Cioè ho capito cosa era leggere, e non era così assudo. Lei ora non c'è più, ma le sono eternamente grata!
    Da allora ho letto molto, ma per fare i conti devo portare tanta attenzione a non cambiare i numeri, e se sono stanca o in anzia tornano le difficoltà.....ma una cosa con cui devo combatte ancora è l'autostima, purtroppo la scuola mi ha distrutto e la famiglia pure, per loro sono rimasta "intelligente ma non si applica! ".
    Si, la cosa più dolorosa e difficile è superare la sensazione di disistima e svalutazione che specialmente i genitori hanno nei miei confronti, anche ora che mi prendo cura di loro.....nessun lavoro, impegno, e sacrificio gli hanno fatto cambiare atteggiamento con me.....Ora i bambini sono più fortunati, a scuola ci si accorge dei dislessici (dsa) e i genitori se ne prendono cura, certo non è facile, ci sono ancora molti ignoranti e anche stupidi, per questo è fondamentale insistere a diffondere informazioni. Bravo Roberto!

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